Il no del territorio alle scorie radioattive in Piemonte: i parlamentari a fianco dei Comuni con Regione e Città Metropolitana

scorie radioattive

I parlamentari piemontesi a fianco dei Comuni con Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino in difesa del territorio e contro la mappa di Sogin che inserisce il Piemonte, con ben otto siti (tra cui Carmagnola), tra le regioni idonee ad ospitare il futuro deposito nazionale unico di scorie radioattive.

Un emendamento trasversale firmato dai parlamentari piemontesi; un tavolo di concertazione creato da Regione Piemonte per affrontare in modo condiviso il tema dell’eventuale insediamento in Piemonte del sito  di rifiuti nucleari; l’impegno di Città metropolitana e Regione Piemonte nell’affiancare i Comuni con il lavoro dei tecnici; la necessità di fare squadra sul territorio per difendere le eccellenze agroalimentari e turistiche sulle quali tanto si è investito negli ultimi anni; infine la presenza di errori ed imprecisioni contenuti nel documento di Sogin e la mancanza di trasparenza sui documenti.
Sono questi i principali punti emersi dalla videoriunione convocata dal vicesindaco della Città metropolitana di Torino Marco Marocco insieme all’assessore della  Regione Piemonte Maurizio Marrone che questa mattina ha collegato i sindaci dei territori potenzialmente interessati con numerosi parlamentari piemontesi. Hanno partecipato on line:  Alessandro Benvenuto, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Silvia Fregolent, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Stefano Lepri, Susy Matrisciano, Augusta Montaruli, Lucio Malan, Osvaldo Napoli, Elisa Pirro, Claudia Porchietto e Daniela Ruffino.




Alla videoriunione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi in rappresentanza dei Comuni alessandrini coinvolti.
Ai parlamentari è stata chiesta da tutti i sindaci maggiore trasparenza da parte di Sogin che sul proprio sito internet non ha pubblicato i documenti necessari, oltre alla necessità di esplicitare i criteri con cui sono stati individuati i siti potenzialmente idonei ad accogliere le scorie; in particolare è stato chiesto di attivarsi per ottenere subito il rinvio o la sospensione dei termini per presentare le osservazioni proprio a causa della mancanza della documentazioni tecniche necessarie.
Da Matilde Casa sindaco di Lauriano e portavoce della zona omogenea 10 Chivassese e Ivana Gaveglio sindaco di Carmagnola e portavoce della zona omogenea 11 Chierese Carmagnolese sono state evidenziate le fortissime preoccupazioni del territorio e la presenza di gravi errori materiali nel documento di Sogin: con loro sono intervenuti anche i sindaci dei siti potenzialmente idonei, la sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, Marco Formia sindaco di Mazzè e Antonio Magnone sindaco di Rondissone ugualmente preoccupati per le ricadute locali.
Molti parlamentari hanno ricordato di aver già presentato interrogazioni urgenti e di aver chiesto chiarimenti anche ai Ministri sui criteri e le distanze, tutti hanno ribadito la disponibilità a sostenere la battaglia dei territori ed alcuni hanno criticato il metodo con cui stata resa pubblica una tematica di livello nazionale e così delicata, con un’improvvisa accelerazione dopo anni di attesa e di ritardi; è stato anche richiamato l’impegno per monitorare il rispetto dei tempi del programma di smantellamento del sito nucleare di Saluggia, previsto entro il 2035.
Infine,  osservano dalla Città Metropolitana, “è stato fatto presente da alcuni parlamentari come la procedura di scelta del sito sia in corso e che nessuna decisione è stata assunta: è stata confermata l’attenzione a questa partita per arrivare a soluzioni di sicurezza verso l’indispensabile creazione di un unico deposito nazionale nel sito più idoneo che presenta le migliori condizioni tecniche”.

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