SPORT E ATLETI DEL TERRITORIO – Le nostre interviste – Lotta greco-romana: Edoardo Erario

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Edoardo Erario, lotta greco-romana

SPORT E ATLETI DEL TERRITORIO – Le nostre interviste

a cura di Alessio Pacconi

Lotta greco-romana: Edoardo Erario

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare. Esso ha il potere di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno. Parla ai giovani in una lingua che comprendono. (Nelson Mandela).

Cominciamo il nostro viaggio nello sport, un viaggio speciale perché ci occuperemo soprattutto di quegli sport che non godono della grande ribalta anche mediatica: meno popolari del calcio, del tennis o dell’automobilismo,  pur se poco conosciuti (in qualche caso addirittura quasi sconosciuti, pensiamo ad esempio al cricket), non sono meno affascinanti e hanno una notevole diffusione. Spesso, poi, vengono praticati anche sul nostro territorio. Abbiamo pensato di raccontarli  attraverso interviste agli atleti stessi,  proprio a coloro che vivono e si allenano vicino a noi. La loro è la testimonianza della vitalità e della ricchezza di un mondo che offe infinite possibilità per potersi esprimere, a livello sia amatoriale che agonistico, misurandosi con se stessi prima che con gli altri: e alla base di ogni disciplina, sempre l’impegno accompagnato dalla passione e dal divertimento, elementi che accomunano qualsiasi sport

La prima disciplina che affrontiamo è la lotta greco-romana, di cui  abbiamo approfondito la conoscenza con Edoardo Erario, giovane atleta (è nato il 12 agosto 2003) di La Loggia che pratica questo sport alla Polisportiva Carignano e che ha accettato di rispondere alle nostre domande. Precede l’intervista una breve scheda sulla lotta greco-romana. 

La lotta greco-romana è una disciplina di sport da combattimento. A differenza della lotta libera, non si possono eseguire tecniche  che prevedano azioni sulle gambe e sono ammesse solo tecniche effettuate con le braccia al di sopra della bacino. I combattimenti si svolgono su tappeti morbidi per attutire le cadute, e l’area di combattimento è delimitata da un cerchio rosso largo 1 metro. Ogni incontro è diviso in tre round, e ci si aggiudica un match battendo l’avversario facendo più punti portando a termine varie tecniche di lui o per schienata. Ad ogni tecnica viene assegnato un punteggio in base alla difficoltà  ma qualora si riuscisse a “schienare” il proprio rivale, la vittoria sarebbe immediata. I combattimenti prevedono fasi di lotta in piedi ed altre a terra, ma In entrambe le situazioni si utilizzano una vasta gamma di tecniche. Caratteristica fondamentale che un lottatore deve avere è la reattività la quale siccome  è fortemente legata alla condizione psicofisica dell’atleta che tende a decrescere con il tempo, rendendo il lottatore più vulnerabile, viene allenata costantemente ai massimi livelli, rendendo l’allenamento una parte fondamentale di questo sport.

L’intervista a Edoardo Erario




 

Come hai cominciato a praticare questo sport? Ne hai provati altri prima?

Ho  conosciuto questo sport grazie a mio padre. Siccome anche lui da ragazzo lo ha praticato, ha voluto farlo provare quasi per scherzo sia a me che a mio fratello. Prima di questo ho praticato sia calcio che danza latino  americana, ma non mi hanno mai entusiasmato più di tanto come la lotta.

Quante volte ti alleni a settimana? Come cambiano gli allenamenti in vista di una gara?

Mi alleno cinque volta alla settimana, dal lunedì al venerdì. Tre di questi giorni vengono dedicati all’allenamento della tecnica, dove perfezioniamo tutte le varie prese e strategie da usare in gara, mentre i restanti due giorni vengono dedicati ad un lavoro in palestra dove alleniamo  direttamente ogni singolo muscolo.

Come riesci a conciliare lo sport con lo studio?

Molti pensano che facendo un liceo non si riesca a trovare il tempo per allenarsi, ma per me non è questo il caso; infatti, pur frequentando il  liceo scientifico, riesco tranquillamente a ritagliarmi lo spazio necessario per lo studio.  In questo sono agevolato anche dall’orario degli allenamenti, infatti allenandomi la sera mi rimane tutto il pomeriggio per studiare.

Ti è mai capitato di pensare di voler mollare con questo sport?

No, e sinceramente spero di riuscire a continuare a praticarlo il più a lungo possibile anche perché, ormai, fa parte della mia routine giornaliera.

La lotta è uno sport individuale, perché allora gli allenamenti vengono organizzati in gruppo?

Ci si allena in gruppo perché è  è  fondamentale al fine di perfezionare il proprio stile di lotta,  in modo da essere preparati per poter competere contro ogni tipo di avversario.

Quante categorie ci sono nella lotta?

Nella lotta esistono quattro diverse categorie gli esordienti(13-15 anni) i cadetti (16-17 anni), gli junior (18-20 anni) e i senior (21-35 anni), inoltre ogni categoria possiede anche delle limitazioni sul peso.

Che rapporto hai con i tuoi compagni?

Con i miei compagni ho un buon rapporto, infatti sia prima degli allenamenti che in trasferta prima e dopo le gare, alterniamo spesso momenti di svago a momenti in cui stacchiamo completamente la spina del cervello per concentrarci solo sulla gara.

È mai successo che questo cambio di mentalità venisse meno e portasse a dei risultati negativi?

A volte succede che qualcuno continui a scherzare anche in momenti inopportuni, ma questo comportamento è davvero difficile che possa influenzare una gara;  anche perché prima di una gara si svolgono numerosi allenamenti, e difficilmente questo comportamento si  perpetua per più di una sessione di preparazione.

C’è una gara che ti è rimasta maggiormente nel cuore?

Si, quella che più mi è rimasta nel cuore è la mia prima gara che, pur non essendo andata bene, porto sempre con me anche come pietra di paragone dei miei miglioramenti durante gli anni.

C’è una gara, invece, che vorresti dimenticare?

Purtroppo si, è si tratta della gara negli italiani junior di quest’anno dove, per colpa della mia insicurezza verso i miei avversari che mi sono apparsi molto più preparati di me, non sono riuscito ad esprimermi al meglio.

Quale aspetto ti piace di più di questo sport e quale meno?

L’aspetto che mi piace di più è la gara: mi entusiasma vedere tante squadre e tanti ragazzi di tutta Italia scontrarsi l’uno con l’altro. Quello che invece mi piace di meno è una parte di allenamento in cui eseguiamo le “proiezioni veloci” ovvero un determinato numero di  mosse e/o prese che si usano durante una gara in un determinato lasso di tempo.

Ultima domanda. Qual è il tuo idolo in questa disciplina?

Il mio idolo è il lottatore Italiano Frank Chamizo, medaglia d’oro ai mondiali del 2015 e ai mondiali del 2016, anche se  non pratica il mio stesso ramo di lotta, infatti lui è un professionista di lotta libera. Di lui  ammiro molto lo stile di combattimento,  caratterizzato da movimenti rapidi e agili quanto efficaci.

Alessio Pacconi

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