Sostituzione del ponte di Carignano, Coldiretti Torino prende posizione in vista della conferenza dei servizi di lunedì 21 novembre

sguardo dal ponte

La sostituzione del ponte sul Po a Carignano, sulla provinciale Carignano-Villastellone, sarà oggetto della Conferenza dei servizi in programma lunedì 21 novembre in Città metropolitana: le ipotesi al vaglio prevedono sia la realizzazione di un nuovo ponte a fianco di quello esistente (che potrebbe rimanere per il transito ciclabile) sia la costruzione più a nord con una bretella di accesso in rilevato e relativa rotonda. Intanto Coldiretti Torino chiarisce la propria posizione e chiede che sia scelta la soluzione meno impattante sui campi coltivati: “Noi proponiamo una sostituzione del ponte esistente con minimo allargamento della sede stradale oppure l’opzione che prevede la realizzazione accanto al ponte esistente. Siamo fermamente contrari agli altri progetti sia perché andrebbero direttamente a distruggere per sempre campi molto fertili sia perché durante le piene del Po (consuete in quella fascia fluviale modellata dal fiume) i nuovi rilevati sarebbero un ostacolo al deflusso delle acque. Per la sostituzione del vecchio ponte chiediamo  che non venga consumato suolo agricolo e non venga aggravata la fragilità idrogeologica della zona”.

“Da tempo – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – abbiamo avviato un’interlocuzione con la Città metropolitana di Torino perché in tutti i nuovi progetti viari sia evitato nuovo consumo di suolo. Il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e i consiglieri delegati competenti, a parole, hanno mostrato la propria disponibilità ma, da Lombardore a Carignano, ci troviamo sempre di fronte a progetti che prevedono espropri di aree fertili. Inoltre, continua l’atteggiamento che non include nelle consultazioni anche il mondo agricolo se non dopo nostre sollecitazioni».

Coldiretti Torino chiede all’Amministrazione della Città metropolitana guidata dal sindaco metropolitano Stefano Lo Russo un cambio di atteggiamento politico verso il mondo agricolo: “Siamo stufi di essere contattati solo quando si tratta di dare gambe ai progetti della Città metropolitana che hanno bisogno dei produttori agricoli ma vogliamo essere considerati partner per l’intero sviluppo del territorio metropolitano a partire dai progetti di nuove infrastrutture. L’agricoltura è un’attività economica strategica che ha bisogno del suolo, non possiamo continuare a subire una visione che considera i campi solo come terreni liberi facili da espropriare”.

 




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