Paola Cereda ha vinto il Premio nazionale FiuggiStoria con il romanzo “La figlia del ferro”

paola cereda

Paola Cereda con il suo romanzo “La figlia del ferro” (Perrone Editore, 2022)  e le sue parole ha conquistato il pubblico intervenuto numeroso alla serata,  densa di emozioni e ricca di spunti e riflessioni, di venerdì 2 dicembre scorso a Carignano (nella foto la scrittrice con Miranda Feraudo, consigliere comunale con delega alla Cultura), ultimo appuntamento dell’anno di Cook the Book, gli incontri letterari promossi dal Comune in collaborazione con l’Istituto Alberghiero “Norberto Bobbio” e l’associazione culturale MonVisioni.  E Carignano deve avere in qualche modo portato fortuna al libro che, mercoledì 14 dicembre, ha ricevuto il Premio nazionale FiuggiStoria 2022 per il romanzo storico; la cerimonia si è svolata a Roma nella Sala Zuccari di Palazzo di Palazzo Giustiniani – Senato della Repubblica. Ma i riconoscimenti non finiscono qui perché proprio in questi giorni “La figlia del ferro” è stato selezionato tra i finalisti del prestigioso Premio Wondy di letteratura resiliente.

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“La figlia del ferro”. Iole vive all’Elba, isola di miniere e di ferro. Il bombardamento del 1943 la costringe ad affrontare da sola l’occupazione tedesca e i lunghi mesi che precedono lo sbarco alleato. Figlia di un anarchico, abita a Portoferraio e si mantiene come lavandaia. Mario, un giovane vicino di casa, si accorge di lei, dell’ostinazione del suo sorriso e della de- terminazione nelle scelte di ogni giorno. Il 1944 è l’anno dello sbarco delle truppe alleate. Tra i soldati in arrivo all’Elba c’è anche Ibrah, un fuciliere senegalese dell’esercito coloniale francese. Ci sono corpi, nel romanzo: il corpo di Iole e quello di Ibrah, i corpi delle donne e quelli dei soldati. Ci sono parole rubate, impossibili da pronunciare perché por- tano con loro lo smarrimento davanti alle ingiustizie. Se le storie non raccontate non esistono anche quando sono vere, le parole ritrovate portano alla luce una vicenda realmente accaduta e scavano nella domanda: chi è l’altro? Da lì ripartono per raccontare Ibrah e i suoi fantasmi, Iole e il suo coraggio.

Paola Cereda, psicologa, è nata in Brianza. Oggi vive a Torino e si occupa di progetti artistici e culturali nel sociale. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Della vita di Alfredo. Ha pubblicato Se chiedi al vento di restare (Piemme 2014, finalista al Premio Rieti) e Confessioni audaci di un ballerino di liscio (Baldini & Castoldi, 2017, finalista al Premio Rapallo Carige e al Premio Asti d’Appello). Nel 2019 è arrivata sesta al Premio Strega con Quella metà di noi (Perrone).

 




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