Carignano ricorda gli Otto Martiri di Pilone Virle: presentazione del libro “Memoranda” e fiaccolata

 

Otto Martiri di Pilone Virle a Carignano

Gli Otto Martiri di Pilone Virle, quadro custodito al Musec civico “Giacomo Rodolfo” di Carignano

Una fiaccolata commemorativa è in programma domani sera a Carignano  per ricordare una tragica pagina di storia e rendere omaggio ai caduti. Ricorre oggi  7 settembre il settantanovesimo anniversario dell’Eccidio nazifascista di Pilone Virle avvenuto nel 1944. La commemorazione degli Otto Martiri, a cura della sezione carignanese dell’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e con la partecipazione delle autorità, si svolgerà venerdì 8 settembre. Sarà preceduta dalla presentazione del libro “Memoranda. Gli antifascisti raccontati nel loro quotidiano”: l’incontro con l’autrice, Antonella Arpino,  sarà alle ore 18 nella sala del consiglio al primo piano dell’ex palazzo municipale (piazza San Giovanni); ingresso libero, seguirà rinfresco.
Ritrovo alle ore 21 in piazza San Giovanni da dove, accompagnati dalla Banda filarmonica vinovese “Giuseppe Verdi”,  partirà la fiaccolata fino alla lapide posta a fianco del Pilone Virle (via Virle 2, angolo via Silvio Pellico e strada Provinciale 138) , il pilone votivo presso cui furono impiccati dai tedeschi, per rappresaglia, otto partigiani. Presso il monumento verrà deposta una corona; interverranno le autorità e Marco Revelli.

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La lapide dedicata agli Otto Martire, opera dello scultore Gianni Busso

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IL LIBRO. Il balcone da cui Duccio Galimberti pronunciò il famoso discorso del 26 luglio 1943 a Cuneo; la pietra-poesia di Primo Levi ritrovata sul bordo del divano di Nuto Revelli; la scrivania di Piero Gobetti e le parole vergate a matita da Ada per la sua morte, tra le stanze della loro casa di via Fabro a Torino; i banchi del Liceo D’Azeglio e la «banda» Monti (da Pavese a Mila, da Ginzburg a Bobbio); i vagoni merci per gli ebrei destinati ad Auschwitz alla stazione di Borgo San Dalmazzo; la Resistenza in diretta nei quadri di Adriana Filippi a Boves… Esiste una pietas reciproca e tenace che lega gli umani ai loro manufatti. Architetture, oggetti, scritti spesso sopravvivono per secoli ai loro autori o ai loro proprietari, caricandosi di una memoria emotiva pronta a essere restituita in modo immediato e tangibile a chi ne venga in contatto. Ciò vale anche per tempi relativamente recenti, che si stanno allontanando in modo inesorabile da noi con la fine degli ultimi Testimoni viventi. Sono allora sempre di più le cose, gli oggetti e i luoghi della vita quotidiana a ricucire il filo lesionato della memoria di tanti uomini e donne che si opposero al fascismo e alla dittatura. Quella difficile scelta esistenziale ha lasciato tracce indelebili proprio nei luoghi domestici, custodi di memorie ancora presenti tutto intorno a noi. È un racconto – a tratti sussultorio – di memoria, visioni, tracce quello che si snoda tra le pagine di Memoranda, guidato dalla linea tesa di un pathos che promana quasi inaspettato da quelle schegge del tempo. Cosicché oggetti, edifici, luoghi quotidiani – ma anche le figure virtuali di cose / non cose proprie dei filmati o delle fotografie – entrano nel nostro sguardo divenendo elementi attivi di una narrazione che ci coinvolge in prima persona. Frammenti di un mondo lontano, eppure emotivamente ancora vigile, l’antifascismo e la Resistenza in azione, che ci aiutano a riscoprire quel tempo fattosi pericolosamente remoto (tanto piú per le giovani generazioni), e quei valori tuttora fondativi di fronte alle pesanti incognite che gravano sul futuro.

 




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