GIUGNO – Curiosità toponomastiche – Seconda parte

ËL BRAS ‘D NIGRA: ex braccio di Po, sito immediatamente a valle del Ponte per Villastellone, da porsi forse in relazione a qualche proprietà o diritto sul fiume (pesca, attingimento). (“Appunti”, pag.133).
ËL DEZBUC: alla confluenza dei canali Vuotasacco e Po Piccolo nel Po, a valle dell’abitato, era chiaramente riferito allo “sbocco” di questi canali, più evidenti prima degli interventi sulla variante alla statale (“Appunti”, pag.138).
FACOLTATIVA: ancora oggi è così indicata da vecchi carignanesi la fermata degli autobus all’angolo di corso Cesare Battisti con via Umberto-via Porta Mercatoria. Qui, al tempo della tramvia, c’era la fermata facoltativa (“Appunti, pag.138).
ËL CAZUN: diversi edifici, con le loro pertinenze, hanno assunto questo nome nel tempo. Prima un fabbricato all’estremo sud del concentrico sulla S.S.20 appena dopo via Ressia, poi un altro all’estremo nord in regione San Lazzaro ed in seguito il caseificio Ramello posto in prossimità di Pilone Virle (ora “Florgarden”). Probabile la derivazione da “caseus” (formaggio). (“Appunti”, pag.137).
CASSIN-A ‘D L’OSPIDAL: era posta al termine di via Forneri e doveva il nome all’Ospedale di Carità (poi Ospizio, ora Opera Pia Faccio Frichieri)- (“Appunti”, pag.137).



ËL BARBO: sito a ridosso del Po, a sud-est del concentrico. Sui terreni compresi nella zona sono visibili le tracce di vecchi argini in terra e la presenza di protezioni in cemento di recente costruzione. Il termine “balbus” compare negli statuti di Asti e Canelli con il significato di “ripari o argini” (“Appunti”, pag.131).
ËL BERSALIO: sulla sponda destra del Po, all’altezza della località “Madonna del Gerbido”, sorgeva un tempo la sede del Tiro a Segno Nazionale, destinato successivamente a ritrovo e osteria (già articolo mese di novembre 2014). Dopo l’alluvione del maggio 1949 ed il conseguente “taglio” che ha modificato il corso del fiume, sono rimasti solo i ruderi della torre che apparteneva alla costruzione a carattere militare (“Appunti”, pag.132).
MUREN-A DEL BERSALIO: argine che congiungeva la strada (stradon) per Villastellone con il Bersalio. Opera di difesa della zona, parzialmente distrutta dall’alluvione suddetta, si elevava di circa 3 metri dal piano naturale di campagna. Il termine è la “traduzione” dall’italiano “morena” che sta per “cumulo di detriti” (“Appunti”, pag.144).
SCÒLE VEJE: fabbricato preesistente all’attuale sede dell’Asl in via Cara de Canonico (ampiamente trattato in questa rubrica nei mesi di marzo-aprile 2015).
COPECA (poi Vetrinova): fabbricato in via Ressia, proprio di fronte alla parte terminale di via Borgovecchio (già trattato in questa rubrica nei mesi di gennaio-febbraio 2014).
MADÒNA GRASA: all’incrocio tra via Borgovecchio e via IV novembre. La finestra ad edicola fu dipinta da Paolo Gaidano tra il 1880 ed i primi anni del 1900 sul muro accanto al mulino della città, presso cui sorse una grande devozione con offerte del popolo. L’interpretazione popolare “grasa” nasce dalla forma tarchiata della Vergine (ricerca Scuola Media Statale “Benedetto Alfieri”, Seconda B, maggio 1999, “A peste fame ed bello libera nos Domine”). L’origine viene molto probabilmente dalla corruzione di “Madonna delle Grazie” (Madòna ‘d le grazie”). (“Appunti”, pag.142).
Si ringraziano fin d’ora quei lettori che, a conoscenza di altri termini non presi in considerazione, vorranno segnalarli per una più completa carrellata.

(Seconda parte –Fine).

Leggi anche la prima parte

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