La Divina Commedia reinterpretata e disegnata su un rotolo di carta lungo 97 metri, l’artista torinese Enrico Mazzone dalla Finlandia a Ravenna

enrico mazzone

Un omaggio a Dante Alighieri, un viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso raccontato per immagini e compiuto da Enrico Mazzone su un rotolo di carta lungo quasi cento metri e in più di cinque anni di lavoro.

La reinterpretazione illustrata della Divina Commedia, che ora è stata anche digitalizzata e sta per rientrare a Torino insieme al suo autore e in vista di futuri progetti espositivi, è iniziata nel 2015 in Finlandia ed è stata completata da pochi giorni a Ravenna, al piano rialzato del Mercato Coperto. L’artista torinese (originario di Moncalieri), classe 1982, ha utilizzato la tecnica puntinata e la cura per il dettaglio, simulando la tecnica litografica d’incisione. “Rubedo”, questo il titolo,  designa in alchimia l’ultima fase della “grande opera”, quella “al rosso” dopo la nigredo e l’albedo. E’ il compimento finale di un percorso con Dante.

enrico mazzone ravenna

Un rotolo di carta  della lunghezza di 97 metri ed un’altezza di 4, migliaia di matite, cinque anni di intenso lavoro (“quotidiano e assiduo, se non ossessivo”, dice lo stesso Mazzone) , una mente fervida e una straordinaria creatività sono alcuni degli ingredienti che hanno dato vita alla colossale opera iniziata nel nord Europa e terminata nel 2021, a Ravenna, la città in cui è morto e dove riposa da settecento anni il Sommo Poeta
L’idea ha la sua genesi e il suo sviluppo  a Rauma, in Finlandia ed in alcuni viaggi di escursione in Islanda e Groenlandia. La cartiera locale UPM, tramite Petteri Halonen e Katarina Valtonen, aveva donato all’artista torinese, nel 2015, la bobina di carta. “E’ stato un errore di grammatura a darmi l’occasione di trasformare la carta in un’opera d’arte”, spiega Mazzone.  L’assessore alla Cultura locale Risto Kupari e la promotrice del collettivo Artistico Raumars OY Hannele Kolsio hanno sostenuto il progetto fino al 2020 e Mazzone ha riscosso grande successo sul territorio finlandese, dove ha esposto in oltre settanta mostre e collaborato con biblioteche e licei, non ultima la Società Dante Alighieri e l’Istituto Italiano di Cultura di Helsinki.

Poi il ritorno in Italia, durante la pandemia,  il 27 aprile dell’anno scorso, e l’approdo a Ravenna. Racconta Mazzone: “Dopo varie disavventure legate alla logistica del viaggio, grazie ad un’improvvisa telefonata dal professor Vittorio Sgarbi, entro in contatto con Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni che, incoraggiandomi, mi hanno offerto ospitalità e supporto, permettendomi di operare al primo piano del Mercato Coperto, ovvero in uno spazio funzionale, illuminato ed accogliente, e permettendo al pubblico di accedere interagendo”.

Mazzone e la sua opera sono anche il soggetto di una delle venti fotografie dedicate a Dante Alighieri della mostra di Massimo Sestini a Roma, inaugurata, l’autunno scorso ,alla  Palazzina Gregoriana del Quirinale.

La digitalizzazione completa di Rubetdo,  a cura di Cultural Heritage 360 e del Laboratorio Aperto di Ravenna, .è avvenuta nei giorni scorsi, sabato 6 e domenica 7 febbraio, ed è  stata commissionata dal Servizio Turismo del Comune di Ravenna.
Il team Cultural Heritage 360 di Ravenna, associazione nata con lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico e offrire a giovani laureati e professionisti dei beni culturali la possibilità di mettere a frutto le proprie competenze su progetti di interesse pubblico, ha eseguito la digitalizzazione in alta risoluzione dell’opera, per darne una più ampia diffusione utilizzando le tecnologie al servizio del digital heritage.

 

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Enrico Mazzone a Moncalieri (TO), sua città d’origine, con l’assessore alla Cultura Laura Pompeo

 




 

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