A GARDEN OF MY OWN, Emanuela Bernascone – Sarà una settimana Torinissima
Ed eccoci arrivati finalmente alla settimana che celebra l’arte a Torino, un tempo era il culmine di dodici mesi in cui la città aveva investito in cultura e prodotto eventi di altissima qualità con una rete che in tutta Italia ci invidiavano, mentre ora questa prima settimana di novembre resta un’oasi nella secchezza del deserto culturale torinese.
Proprio per questo viene presa d’assalto da tutti coloro che cercano ancora seriamente di produrre appuntamenti memorabili, che possano attirare il magico mondo internazionale che si sposta di città in città seguendo il calendario delle fiere, ma anche da chi, semplicemente, vuole un po’ di visibilità e salta agilmente sul carrozzone.
Ovviamente Artissima (Oval 4-6 novembre) fa da traino, forte di ben 29 edizioni. Negli anni è stata un punto di riferimento nazionale e internazionale per l’arte contemporanea; alla sua inaugurazione vogliono partecipare tutti e infatti a metà ottobre scatta la domanda di rito, anche da gente che non senti dall’anno precedente: Carissima, non è che avresti un biglietto per l’opening di Artissima?!
Dal 2005 è arrivata Paratissima, fucina di giovani (ma anche non) artisti; nata come evento autogestito, negli anni ha acquisito autorevolezza e poi le va riconosciuto il merito di essere stato il primo evento espositivo ad aver utilizzato il suffisso.
Un anno abbiamo dovuto subire anche Photissima, ma fortunatamente non si è più ripetuta… Da due anni assistiamo invece a Buonissima, cinque giorni di eventi che mescolano la cultura gastronomica a musica, spettacolo e arte con i grandi nomi della cucina internazionale – Alain Ducasse, Davide Oldani, Chicco Cerea, Chiara Pavan, Francesco Brutto – ; gli organizzatori, non paghi, hanno inserito nella kermesse anche Piolissima, celebrazione delle osterie tipiche piemontesi.
A fine pranzo non poteva mancare Dolcissima, prima rassegna dedicata a sessanta maestri pasticceri del territorio, che esporranno le loro creazioni in quattordici negozi del centro e, a proposito di negozi, come dimenticare Diffusissima, che per il primo anno porterà gli artisti emergenti (ancora?!) in vari esercizi commerciali in città.
Sembra uno scherzo ma non lo è, questa settimana assisteremo anche a Poverissima, esposizione di opere di giovani artisti in uno spazio privato in via Milano che per l’occasione diventerà pubblico; la novità è che chi ama un’opera può decidere di portarsela a casa gratuitamente: solo per una sera una sessione di creazione e stampa di opere di quaranta artisti, illustratori, poeti e fotografi.
Inutile dire che il mio plauso va alle fiere che, senza aver bisogno di rubare suffissi a nessuno, da anni lavorano con serietà per portare avanti una programmazione che spesso non è soltanto racchiusa nei quattro giorni dell’Art Week torinese. Prima fra tutte Flashback, a cui va sempre il mio cuore e che quest’anno festeggia i suoi primi dieci anni in un luogo che diventerà la casa permanente di una serie di eventi e sperimentazioni culturali; poi l’undicesima edizione di The Others, probabilmente l’unica fiera dove io abbia mai comprato qualcosa, e infine, per il quinto anno, Ap/Art, la fiera di antiquariato che ammetto di non aver mai visitato, ma quest’anno potrebbe essere la volta buona, sempre mentre cerco di compiere uno slalom tra tutte le propostissime.
Emanuela Bernascone
A garden of my own, quinta puntata – Le puntate precedenti: settembre 2022 Superficie di Olivier Norek, un libro che ti strega; agosto 2022 Greta e le Gallerie d’Italia a Torino; luglio 2022 Smon Hantaï alla Fondation Louis Vuitton a Parigi; giugno 2022 Diplomatija astuta
A garden of my own. Ho pensato a lungo a come intitolare la mia rubrica su Ieri Oggi Domani. e alla fine la descrizione che mi è parsa più pertinente è A garden of my own; non dovrei spiegarlo, perché è così che si fa, lasciando al lettore la curiosità e il divertimento di immaginare la causa recondita e anche la soddisfazione nel pensare di aver indovinato la motivazione. Ma io sono malata di comunicazione, nel senso che amo comunicare e ho bisogno che il messaggio arrivi forte e chiaro, senza incomprensioni; quindi eccomi qui a illustrare la mia scelta: è palese il riferimento a “A room of own’s own”, di Virginia Woolf, però io ho deciso di uscire dalla stanza per entrare in un giardino, il mio giardino. Uscire allo scoperto quasi, in un luogo tutto mio dove ospitare le passioni che mi animano; quindi qui seduti sull’erba parleremo di arte -naturalmente- e di libri, serie televisive e viaggi, ma anche di tutto ciò che attira, per un motivo o per l’altro, la mia attenzione. Comincio io a raccontare, in attesa di ricevere da qualche lettrice o lettore suggerimenti di argomenti che le o gli stanno particolarmente a cuore, perché in questo mio giardino c’è posto per tutti e niente mi riempie di gioia come ospitare gli amici in casa mia!
Torinese, Emanuela Bernascone negli ultimi 30 anni ha lavorato nella comunicazione culturale, viaggiato molto con la numerosa famiglia e a settembre è uscito il suo primo romanzo, frutto, ça va sans dire, di un viaggio: “Malta bastarda”.