Filiera della carne bovina piemontese, un’eccellenza da sostenere: ordine del giorno di Bongioanni in Consiglio regionale – Nicco: “Il mio appoggio per una giusta remunerazione agli allevatori, più accordi e marketing, interventi sul gasolio agricolo e costi di produzione”

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Davide Nicco

Unanimemente ritenuta una delle più pregiate e apprezzate a livello internazionale, la carne bovina di razza piemontese è un’eccellenza assoluta dell’agroalimentare regionale, sulle tavole e nelle cucine dei grandi chef. Gli allevatori del Piemonte stanno pagando però una doppia penalizzazione. Una quotazione di mercato che riconosce loro una remunerazione assolutamente inadeguata rispetto ad altre carni meno pregiate, e del tutto sproporzionata ai costi richiesti da una simile produzione d’eccellenza. E un aumento dei costi di produzione – dovuto principalmente al rincaro dell’energia – assolutamente insostenibili rispetto agli investimenti richiesti per offrire un prodotto di qualità altamente certificato.

Per questi motivi il consigliere regionale Davide Nicco ha sottoscritto con convinzione l’ordine del giorno presentato ieri all’aula di Palazzo Lascaris dal capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni, dal titolo Politiche di sostegno alla filiera della carne bovina piemontese, che impegna la Giunta regionale affinché si faccia carico urgente del problema e vari opportune misure a sostegno delle imprese della filiera della carne bovina di razza Piemontese.

“E’ la legge regionale 1/2019 – spiega Nicco – che conferisce alla Regione Piemonte il compito e il dovere di intervenire nelle politiche agroindustriali proprio su questi temi. In Italia gli allevamenti bovini di razza piemontese sono circa 4.150, concentrati per il 60% nella provincia di Cuneo, i rimanenti in quelle di Biella, Asti e Alessandria ma soprattutto in quella di Torino, fra cui nella pianura a sud ed est del capoluogo dove rappresentano un’importante realtà economica e un’eccellenza di un distretto di prodotti agroalimentari di grande qualità”.

Il comparto dell’allevamento di bovini è composto, tra lavoro diretto ed indotto (coltivatori di foraggi ed alimenti) da migliaia di addetti, ed è una delle voci forti dell’export agroalimentare regionale. Un comparto che da solo vale oltre il 15% dell’export totale regionale pari a oltre 2 miliardi nel 2022 e circa il 12% dell’export nazionale agroalimentare.

La razza bovina Piemontese ha caratteristiche di alto pregio sia a livello organolettico che di resa al macello, con un 70% di resa alla carcassa, ed è nota come una delle migliori carni a livello internazionale per i suoi valori dietetico-nutrizionali in virtù della bassa concentrazione di colesterolo e del buon rapporto tra acidi grassi saturi ed insaturi. Ed è tutelata a norma di legge dalla Igp (Indicazione Geografica Protetta) come Vitellone Piemontese della coscia.

L’ordine del giorno che porta anche la firma di Nicco impegna la Giunta regionale a intervenire su tre punti precisi. Il primo è sostenere il comparto zootecnico piemontese con misure incentivate a incrementare il sostegno ai contratti di filiera, al marketing commerciale della carne “made in Piemonte” e a promuovere campagne verso i consumatori che possano favorire il consumo della carne “made in Piemonte”. Il secondo chiede alla Giunta di attivarsi per svolgere un ruolo di mediazione tra le associazioni rappresentative dei produttori primari, le catene della Gdo – la grande distribuzione organizzata – e gli intermediari di vendita, al fine di riconoscere l’adeguata remunerazione agli allevatori, che rappresentano i cosiddetti “produttori primari”. Il terzo obiettivo è promuovere presso il governo nazionale e l’Unione Europea l’impegno a sostenere un contenimento dei costi del gasolio agricolo per le aziende agricole beneficiarie di tale bene, fissando, ove possibile, un “price cap” europeo essenziale per il funzionamento dell’agricoltura europea ed italiana in generale.

 




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