A GARDEN OF MY OWN, Emanuela Bernascone – JR, i Bagni Pubblici di via Agliè e il senso dell’arte pubblica: entrare in connessione con chi ti è accanto

jr emanuela bernascone

Qualche settimana fa l’artista francese JR ha aperto Déplacé-e-s, la sua prima mostra italiana, alle Gallerie d’Italia a Torino e il giorno precedente l’inaugurazione ha coinvolto la città in una delle sue straordinarie performance. Tramite una call sui social ha radunato più di 500 volontari – tra cui la sottoscritta, ça va sans dire – per trasportare gli enormi teloni che raffiguravano cinque bambini fotografati in altrettante zone di crisi come l’Ucraina sconvolta dalla guerra e i campi profughi in Rwanda, Mauritania, Colombia e Lesbo.

L’intento di JR è sempre quello di far riflettere sulle difficili condizioni in cui oggi versano migliaia di persone a causa di conflitti, guerre, carestie, cambiamenti climatici e coinvolgere pubblici esclusi dal circuito artistico e culturale all’insegna di valori come libertà, immaginazione, creatività e partecipazione. Si tratta di un’arte per le persone che può realizzarsi solamente grazie all’intervento e alla collaborazione delle persone.

Trasportare i teli in giro per piazza San Carlo e per le vie adiacenti, affinché i movimenti dei cinque bambini potessero essere ripresi dai droni per diventare poi parte del progetto espositivo, è stato entusiasmante, commovente, a tratti noioso e addirittura faticoso – ho avuto male alle dita per giorni successivamente – ma la sensazione di essere parte attiva di un progetto così grande e sentito è stata impagabile.

emanuela bernascone

A rendere così speciale la partecipazione è stata la possibilità di conoscere le persone che hanno vagato per la piazza insieme a me, cercando di eseguire gli ordini impartiti, sempre con grande grazia ed educazione, dal team di JR. Io ho avuto la fortuna di finire in mezzo ad un gruppo di “diversamente giovani”, frequentatori della Casa del quartiere di Barriera di Milano, capitanati dalla dolcissima curatrice del progetto La cultura dietro l’angolo. E ho così scoperto l’associazione dei Bagni Pubblici di via Aglié che offre dagli anni ’50 il servizio di docce: mezz’ora di acqua calda e la radio sempre accesa tutti i giorni della settimana. Ma anche un bistrot, gestito da pochissimo dalla cooperativa Karibu Open, lo Sportello gratuito di segretariato sociale dove gli operatori e volontari aiutano alla compilazione di moduli vari, voucher, Spid (ad averlo saputo prima non avrei perso due giorni alla Posta!), ma anche supporto per la stesura del curriculum e l’orientamento lavorativo. Inoltre i nuovi cittadini possono accedere gratuitamente allo Sportello legale per permessi di soggiorno, cittadinanza, richieste di asilo e per la burocrazia in genere.

Non paghi di offrire questi utilissimi servizi, ai Bagni Pubblici hanno a cuore la partecipazione, il benessere e la creatività degli abitanti del quartiere e propongono appuntamenti, corsi e rassegne, ovviamente tutto a costo zero. Si può partecipare agli aperiscienza a partire dalla primavera 2023, ogni venerdì sera, oppure assistere ad uno spettacolo teatrale o ad un concerto il giovedì.

Per non parlare della galleria d’arte di quartiere o del progetto Leggermente che, con incontri di scrittori del territorio e non solo, promuove la lettura.

Ovviamente ci sono tutti i corsi che si possano immaginare e anche di più: yoga, fotografia, sartoria, scacchi intaglio e gioco, lingua araba, l’arte antica del macramé e la guida all’utilizzo dello smartphone per la terza età, oltre a innumerevoli laboratori con i più piccoli.

Insomma grazie a JR ho scoperto una perla torinese di cui non conoscevo l’esistenza, persone speciali e un luogo utile, ma soprattutto gioioso, a giudicare dalla verve dei miei compagni di passeggiata, come la signora Giovanna che continuava a “molestare” il cameraman di Rai 3 perché la riprendesse.

Forse è proprio questo il senso dell’arte pubblica, entrare in connessione con chi ti è accanto, persone con cui apparentemente si ha poco a che fare e che si scoprono vicine quando si muovono con lo stesso intento. Quindi grazie a JR, perché prima di questa splendida occasione non l’avevo percepito sino in fondo.

La mostra vale la pena di essere vista anche, e soprattutto, se non si è partecipato alla performance; certo non si potrà provare la gioia infantile di ritrovarsi sugli enormi schermi dell’installazione, ma i video che raccontano il progetto di Déplacé-e-s sono da ascoltare dall’inizio alla fine.

Il contributo di JR, partito dalla banlieu parigina più di vent’anni fa, che ha portato la sua arte in tutto il mondo con monumentali interventi di arte pubblica in grado di interagire con grandi numeri di persone e attivare intere comunità, dalle favelas brasiliane ad una prigione di massima sicurezza in California, dalla Pyramide del Louvre alle piramidi egiziane, dal confine tra Israele e Palestina a quello tra Messico e Stati Uniti, è prezioso e imprescindibile, e restituisce all’arte il suo ruolo politico e sociale.

Emanuela Bernascone

info@emanuelabernascone.com

jr emanuela bernascone

A garden of my own, nona puntata: JR, i Bagni Pubblici di via Agliè e il senso dell’arte pubblica: entrare in connessione con chi ti è accanto. Le puntate precedenti: gennaio 2023 La New York di Edward Hopper al Whitney Museum, uno sguardo orizzontale sulla città dei grattacieli; novembre 2022 Andy Warhol icona pop a Padova, sorpresa nella sorpresa; ottobre 2022 Sarà una settimana Torinissima; settembre 2022 Superficie di Olivier Norek, un libro che ti strega; agosto 2022 Greta e le Gallerie d’Italia a Torino; luglio 2022 Simon Hantaï alla Fondation Louis Vuitton a Parigi; giugno 2022 Diplomatija astuta; novembre 2022 Andy Warhol icona pop a Padova, sorpresa nella sorpresa.

A garden of my own. Ho pensato a lungo a come intitolare la mia rubrica su Ieri Oggi Domani. e alla fine la descrizione che mi è parsa più pertinente è A garden of my own; non dovrei spiegarlo, perché è così che si fa, lasciando al lettore la curiosità e il divertimento di immaginare la causa recondita e anche la soddisfazione nel pensare di aver indovinato la motivazione. Ma io sono malata di comunicazione, nel senso che amo comunicare e ho bisogno che il messaggio arrivi forte e chiaro, senza incomprensioni; quindi eccomi qui a illustrare la mia scelta: è palese il riferimento a “A room of own’s own”, di Virginia Woolf, però io ho deciso di uscire dalla stanza per entrare in un giardino, il mio giardino. Uscire allo scoperto quasi, in un luogo tutto mio dove ospitare le passioni che mi animano; quindi qui seduti sull’erba parleremo di arte -naturalmente- e di libri, serie televisive e viaggi, ma anche di tutto ciò che attira, per un motivo o per l’altro, la mia attenzione. Comincio io a raccontare, in attesa di ricevere da qualche lettrice o lettore suggerimenti di argomenti che le o gli stanno particolarmente a cuore, perché in questo mio giardino c’è posto per tutti e niente mi riempie di gioia come ospitare gli amici in casa mia!

emanuela bernasconeTorinese, Emanuela Bernascone negli ultimi 30 anni ha lavorato nella comunicazione culturale, viaggiato molto con la numerosa famiglia e a settembre è uscito il suo primo romanzo, frutto, ça va sans dire, di un viaggio: “Malta bastarda”.

 

 

 

 

 

 

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