“SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO” APRILE – Disturbi del comportamento alimentare

 

disturbi alimentari

Disturbi del comportamento alimentare
Patologie complesse che, spesso, non sono subito riconosciute

E’ da poco trascorsa la giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare (DCA), Giornata Fiocchetto Lilla. I numeri non sono confortanti: indicano un aumento di nuovi casi e peggioramento di quelli preesistenti nel corso di questa pandemia e lockdown. Secondo i dati del Centro Nazionale per il controllo e prevenzione delle malattie, nei primi sei mesi del 2020 ci sono stati 230.458 nuovi casi, anche nelle fasce di età più basse. Molto probabilmente tutto questo può spiegarsi con un maggior senso di disagio a fronte della sospensione delle attività scolastiche e sociali, di tensioni familiari ed uso non corretto dei social.
I disturbi del comportamento alimentare sono patologie molto complesse caratterizzate da un disfunzionale rapporto con il cibo che diventa un’arma di difesa dietro cui nascondersi (ed ecco che possiamo assistere ad eventi bulimici) o un nemico di cui avere paura e da allontanare (con il rischio di arrivare all’anoressia). L’eccessiva attenzione al cibo, forti esclusioni, il ricorrere a metodi di eliminazione o compensazione per eliminare ciò che si è mangiato se per caso ci si è lasciati andare, l’ossessiva attenzione all’aspetto fisico e di conseguenza l’inizio di un’attività fisica costante e spesso al limite possono essere le prime manifestazioni e segnali di allarme.
Non esiste un’età tipica di insorgenza dei DCA: spesso tipici del periodo dell’adolescenza quando il corpo sia femminile che maschile inizia a cambiare e non sempre è facile accettare le sue mutazioni. Purtroppo però la fascia di età si sta abbassando. Nella nostra società, dove l’immagine esteriore rappresenta un’etichetta, è forse ancora più difficile trovare il giusto senso della bellezza nella sua completezza.
I DCA se non individuati e trattati nei tempi e modi opportuni possono protrarsi e diventare un vero e proprio problema di salute. La forte limitazione del cibo o l’abbuffata che sfocia in una forma di eliminazione possono determinare importanti problemi sulla salute cardiovascolare (a lungo andare il cuore inizia ad affaticarsi, la pressione si abbassa notevolmente), gastrointestinale (problemi di gastriti ed intestinali), endocrini (primo segnale di allarme può essere l’amenorrea ossia la scomparsa del ciclo mestruale, nonché problemi tiroidei), problemi scheletrici (per minor densità ossea e comparsa di osteoporosi precoce), problemi del sistema nervoso, cutaneo… fino a complicazioni che possono portare alla morte.
Chi soffre di DCA non va giudicato né obbligato in nessun modo a mangiare contro la propria volontà. Va aiutato. Spesso i disturbi insorgono per carenze emotive e mancanza di amore; essere aiutati con l’affetto di una persona cara è forse il primo passo. E’ fondamentale non abbassare la guardia e chiedere un aiuto integrato di diverse figure professionali come uno psicoterapeuta e professionista dell’alimentazione che interagiscano per comprendere la causa scatenante del problema e superarla dal punto di vista psicologico e nutrizionale.
Spesso questi disturbi non vengono riconosciuti ed affrontati subito. Consiglio alle persone che dovessero notare la comparsa di alcuni campanelli d’allarme da parte di amici o familiari di parlarne serenamente e consigliare una visita da uno specialista senza paura né vergogna.

SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO

Rubrica dedicata al benessere a  cura della dottoressa Chiara Depetris, biologa nutrizionista
chiara.depetris@libero.it

www.chiaradepetris.it

Chiara Depetris firma  la rubrica SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO e altri interventi  qui e sul mensile in versione stampa:

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2020

“SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO” NOVEMBRE – Il microbiota, un allestao per il nostro benessere

“SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO” LUGLIO AGOSTO – La dieta sotto l’ombrellone

“SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO” GIUGNO – Tempo di dieta

“SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO” MAGGIO -L’avocado, un superfood

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Abitudini alimentari al tempo del coronavirus, i consigli della nutrizionista

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